Quando ho iniziato ad approfondire il discorso dell’inquinamento da plastiche ho cominciato anche a chiedermi dove potessi migliorare il mio impatto sull’ambiente. E una di quelle piccole azioni quotidiane che fa la differenza è passare a un bucato ecologico, nel rispetto della nostra salute e di quella dell’ambiente.
Qualche anno fa, l’Environmental Working Group (EWG), una associazione ambientalista e di consumatori americanata, ha analizzato i più famosi prodotti per la pulizia della casa. Ha scoperto che il 53% dei campioni conteneva ingredienti tossici o addirittura cancerogeni. E ha compilato una lista nera dei prodotti per la pulizia della casa che comportano i maggiori rischi per la salute a causa degli ingredienti impiegati nella loro formulazione.
In questa “Hall of Shame” sono elencati anche molti detersivi per il bucato. Nei prodotti industriali più diffusi si nascondono sostanze potenzialmente nocive:
– per l’ambiente, perché si disperdono nell’acqua del lavaggio, e di conseguenza in fiumi e mari
– per la nostra salute, causando sintomi come dermatite, eczemi e rush cutanei,tanto che sempre più spesso si parla spesso di “allergia ai detersivi del bucato”.
Bucato ecologico: da dove iniziare?
Un bucato ecologico comincia – come tante altre nostre scelte – dal carrello della spesa. I detersivi per la lavatrice infatti non sono tutti uguali. Esistono prodotti più attenti all’ambiente, sia nella composizione che nel packaging – e non bisogna farsi fregare!
Quasi tutti i detersivi in polvere o liquidi si dichiarano ecologici, ma nascondono in realtà molte sostanze di origine petrolchimica e alcune sostanze nocive. Un esempio? Gli sbiancanti ottici, che come dice il nome non sbiancano realmente ma producono soltanto una illusione ottica di pulito.
Tra i detergenti industriali, bisognerebbe dare sempre priorità ai biodetersivi che contengono sostanze biodegradabili e non inquinanti, senza fosfati, cloro, coloranti e formaldeide. Ma sempre con molta attenzione : anche i tensioattivi di origine vegetale non garantiscono che la sostanza sia rimasta vegetale, ma può essere combinata con molecole di origine petrolchimica.
Tra i miei detersivi preferiti del momento, ci sono due prodotti che alterno:
1. il detersivo ecofriendly in strisce Tru Earth, cruelty free e completamente biodegradabile. Ogni striscia ha un potere detergente ultra-concentrato, ipoallergenico ed ecologico. Si dissolve completamente durante il lavaggio, ha una confezione plastic free, leggera e comoda da portar via anche in viaggio.
2. il detersivo ecologico BeiPanni di VerdeVero, un detersivo liquido super concentrato, ipoallergenico e delicato, senza profumi e testato per nichel e cobalto.
Le regole per un bucato ecologico
Una volta scelto il tuo prodotto industriale che rispetta l’ambiente, la tua pelle e i tuoi vestiti, ecco alcune pratiche indicazioni che ti aiuteranno a fare un bucato ecologico.
1. Dosa il detersivo
Una delle abitudini più inquinanti quando si fa la lavatrice è aggiungere il detersivo “a occhio”. O peggio ancora, credere che più detersivo si mette più i panni saranno puliti. Non è così! Le dosi consigliate dai produttori sull’etichetta del detersivo di solito sono attendibili, e bisogna seguire le indicazioni riportate sulla confezione.
I detersivi industriali – anche quelli ecologici – in genere sono molto concentrati. Se ne usi troppo, è un danno ulteriore! Troppo detersivo infatti non solo non lava “di più”, ma sporca i panni. A questo punto, la lavatrice non riesce a risciacquare l’eccesso di detersivo con un programma normale. E il più delle volte è necessario fare un risciacquo extra, sprecando più acqua ed energia del necessario.
Inoltre, a lungo andare, il detersivo risulta aggressivo e rovina le fibre tessili. Per cui io utilizzo sempre pochissimo detersivo per i capi sintetici, e dimezzo la quantità per i capi di lana.
2. Evita l’ammorbidente
L’ammorbidente è tra i prodotti più tossici in ambito domestico. È molto inquinante e poco biodegradabile, quindi il suo impatto ambientale è altissimo. Le sostanze chimiche impiegate risultano non biodegradabili e neanche i depuratori riescono ad eliminarle dall’acqua.
Lo scopo originario dell’ammorbidente era di riportare il Ph dell’acqua di fine lavaggio a un Ph neutro. Ma nel corso degli anni agli ammorbidenti sono state aggiunte sostanze sintetiche che si attaccano alle fibre e aumentano la morbidezza. In realtà, l’ammorbidente tende a creare una patina sugli indumenti che paradossalmente rende poi difficile l’eliminazione dello sporco vero e proprio. Prova a indovinare? In questo modo dobbiamo aumentare la quantità di detersivo, fare lavaggi più lunghi e quindi spendere e inquinare di più!
Oltre al danno ambientale, l’ammorbidente fa anche male alla salute perché la patina che si forma sugli indumenti viene a contatto con la nostra pelle. Che chiaramente assorbe le sostanze di cui gli ammorbidenti sono composti, e che non figurano sempre nella lista ingredienti.
Tra i già comuni ci sono anche formaldeide, fosfati, pentano, benzil acetato, coloranti artificiali e derivati del petrolio. Tutte sostanze di origine sintetica che risultano altamente inquinanti per l’ambiente e nocivi per la salute dell’uomo.
Lo ripeto perché è importante: gli ammorbidenti sono altamente nocivi, non solo per l’ambiente ma anche per la nostra salute, e nel lungo termine. L’ammorbidente infatti è formulato per durare di più all’interno delle fibre tessili. E questo significa che i suoi componenti tossici sono assorbiti dalla pelle in modo costante e graduale.
Se stai pensando a come sostituire l’ammorbidente, c’è una buona notizia. Esistono prodotti 100% naturali come aceto bianco e acido citrico che svolgono la stessa funzione con un impatto ambientale molto più limitato.
Io utilizzo una soluzione di acido citrico al 20%, circa 100 ml a lavaggio. In questo modo i tessuti sono più morbidi ed evito anche la formazione di calcare nella lavatrice.
Se ti piace che il tuo bucato abbia un profumo piacevole, esistono anche dei profumatori naturali per il bucato ecologico. Io utilizzo uno dei Floreali di VerdeVero, un prodotto in granuli da aggiungere ad ogni lavaggio – nella quantità che desideri – completamente privo di allergeni. Sotto consiglio della mia preziosa amica Luisa di GreenMama (dove puoi acquistare anche i prodotti VerdeVero) lo sciolgo all’interno della soluzione di acido citrico e lo aggiungo alla vaschetta destinata all’ammorbidente.
3. Carica la lavatrice in modo corretto
Per funzionare in modo corretto, la lavatrice non dev’essere vuota ma nemmeno troppo piena. Io raccomando sempre di lavare a “pieno carico meno uno” per risparmiare sulla bolletta e inquinare meno, ma anche per lavare meglio.
4. Imposta temperatura e centrifuga
Anche lavare alla giusta temperatura ha un ruolo importante per fare un bucato ecologico. Quasi sempre è sufficiente lavare a basse temperature – 30-40° senza temere per l’efficacia del detersivo anche a freddo. Utilizzando una temperatura di lavaggio inferiore, la lavatrice può risparmiare fino al 70% di energia. Per cui usa i programmi ad alte temperature solo per capi particolarmente sporchi, o se vuoi sbiancare i capi chiari.
Lo stesso principio vale per la centrifuga: imposta bassi giri (400-800) per tutti i capi, soprattutto durante la bella stagione – quando i tuoi vestiti possono asciugare al sole e in poco tempo. E oltretutto usciranno meno stropicciati dal cestello e stirerai i tuoi vestiti con meno fatica.
5. Scegli i programmi eco
Per un bucato ecologico, usa il meno possibile i programmi rapidi. Sono proprio quelli che in proporzione consumano più acqua!
Prenditi un po’ di tempo e leggi bene il libretto di istruzioni della tua lavatrice (se non lo hai più, si trovano anche online, basta inserire il modello dell’elettrodomestico). Io utilizzo sempre i programmi eco: sono spesso più lunghi degli altri programmi ma aiutano a risparmiare risorse e pulire meglio usando meno detersivo.
E le microplastiche?
L’argomento microplastiche è così importante e complesso che avrebbe bisogno di un articolo dedicato. Per ora, cercherò di spiegarti come cerco di evitare di disperdere microplastiche con il lavaggio dei miei capi, rimandando a informazioni più approfondite su fibre tessili e moda sostenibile al sito di Angela, e al suo articolo su come limitare le microplastiche.
Innanzitutto, cosa sono le microplastiche? Come suggerisce il nome, sono piccolissimi frammenti di plastica che vengono dispersi nell’ambiente, generalmente in acqua (ma recentemente sono state ritrovate microplastiche anche nel deserto e nei parchi nazionali degli USA).
>> leggi qui il mio articolo sulla plastica in mare per un approfondimento della fotodegradazione della plastica
Una parte di queste microplastiche derivano dal lavaggio dei nostri capi in tessuti sintetici. Nel momento in cui vengono messi in lavatrice, le microfibre rilasciate dai vestiti nelle acque di scarico riescono a passare attraverso i filtri e gli impianti di depurazione e raggiungono l’ambiente.
A confermare questo risultato è stato, tra gli altri, uno studio italiano, condotto dall’Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali (Ipcb) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che ha analizzato il passaggio di microplastiche nelle acque di scarico utilizzando una lavatrice commerciale e capi di uso comune.
Se vuoi approfondire, i risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports.
Perchè dovrebbe interessarci il problema delle microplastiche? Se la nostra coscienza ecologica non è sufficientemente sviluppata, forse potrebbe aiutare l’istinto di autoconservazione della specie. Le microplastiche infatti sono state ritrovate anche all’interno dell’intestino umano, attraverso la catena alimentare.
Secondo un’altra ricerca australiana commissionata dal WWF, ogni giorno ingeriamo in media 5 g di plastica attraverso l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo. L’equivalente di una carta di credito.
Come fare un bucato ecologico senza microplastiche
Innanzitutto, applicando le regole per un bucato ecologico che ho elencato poco sopra, ridurrai l’azione meccanica e chimica sui capi che causano la separazione di queste microfibre plastiche dai tessuti e la loro dispersione in acqua.
La svolta, a casa nostra, è avvenuta acquistando una GUPPYFRIEND™ Washing Bag, una busta in uno speciale materiale che non perde frammenti plastici e che riduce la dispersione delle microfibre nell’acqua del lavaggio.
Il suo funzionamento è facilissimo: basta inserire i capi sintetici nel sacco, senza riempirlo troppo, e chiudere la zip prima di avviare la lavatrice. Dopo il lavaggio, estrai dal sacco i capi ancora bagnati e togli con le mani dall’orlo della Bag le fibre rimaste per poi buttarle nell’indifferenziato.
Puoi acquistare la GuppyFriend Washing Bag ad un prezzo scontato grazie al KIT KOROO PER IL BUCATO creato con la collaborazione tra Koroo e il negozio ecofriendly GreenTribù. Questo kit è l’ideale per cominciare a fare un bucato ecologico, che rispetti l’ambiente e i tuoi capi preferiti.
Il Kit Koroo include 2 articoli a un prezzo scontato – le eco-strisce per il bucato TruEarth e il sacco per lavatrice GuppyFriend e la check list #korooplasticfree con tanti suggerimenti per ridurre l’uso della plastica.
Acquistando un sacco GUPPYFRIEND inoltre contribuisci a finanziare la campagna STOP! Micro Waste, un’iniziativa senza scopo di lucro dedicata a sensibilizzare il pubblico al problema delle microplastiche.
2 risposte
Ciao! Blog fantastico, proprio una bella scoperta! Questo articolo sul lavaggio mi è piaciuto molto perché anche io mi impegno a non inquinare. Per i miei figli uso anche i lavabili, perciò detersivo super ecologico. Un saluto e a presto. Alexia
Grazie Alexia! Ogni piccolo passo è importantissimo!