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Good Food Lab

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1 Settembre 2019

Plastica e tossine: il BPA

Nel precedente post sul tema #menoplastica ti ho parlato di quanto la plastica sia diffusa e delle piccole strategie che insieme ai miei bambini cerchiamo di attuare per poter vivere, appunto, utilizzando meno plastica, e ridurre così il nostro impatto ecologico in maniera semplice ed efficace.

In pochi spiegano però perchè la plastica sia tanto dannosa.

Gli oggetti di plastica che utilizziamo quotidianamente contengono sostanze chimiche pericolose per la nostra salute. Eppure i supermercati sono pieni di acqua in bottiglie di plastica e alimenti confezionati nella plastica.

La plastica può essere un pericolo per la salute umana. Non tutta la plastica, ma molti tipi, e a seconda delle classi di composti plastici con cui abbiamo a che fare ogni giorno, possiamo essere esposti a un ampio numero di tossine con differenti effetti.

E se questo è già grave per un adulto, lo è ancora di più per i bambini! L’EFSA – l’Autorità europea per la sicurezza alimentare – ha infatti calcolato una dose tollerabile giornaliera di queste sostanze (e già questo dato fa capire quanto siano potenzialmente diffuse e facili da incontrare), ma l’ha fatto sulla base di un adulto di 60 kg. Persistono i dubbi sugli effetti che potrebbero avere nei bambini.

Il BPA

Facciamo un passo indietro, al 1891: quell’anno il dottor Alexandr Dianin sintetizzò il Bisfenolo A (BPA) combinando due molecole di fenolo e una di acetone. Ben presto questa molecola semplice diventò uno dei monomeri principali per la sintesi del policarbonato, una resina trasparente e dura con cui per decenni si sono prodotte moltissime plastiche, tra cui le plastiche di uso alimentare. È anche usato per la produzione di lattine per alimenti e altri oggetti di utilizzo quotidiano, tra cui alcuni dispositivi medici, compresi quelli utilizzati nei reparti di terapia intensiva neonatale.

Molecola del BPA

Il vantaggio dell’uso di BPA nella produzione di polimeri plastici è che crea plastiche più dure, resistenti agli urti, al calore e ai campi energetici dei forni a microonde. Per questo motivo, il BPA è un prodotto chimico tra i più utilizzati al mondo. Negli ultimi 60 anni il consumo di bisfenolo A è aumentato vertiginosamente.

La sua produzione è iniziata negli Stati Uniti nel 1957 e in Europa l’anno successivo: ne vengono sintetizzati annualmente tra 3 e 4 milioni di tonnellate (di cui 1 milione solo negli USA) con percentuali di crescita annue intorno al 3-5%, e che per un paese come la Cina arrivano a sfiorare il 13% tra il 2000 e il 2006.

È facile individuare i polimeri plastici che contengono il BPA, contrassegnati dal triangolo con le tre frecce e il numero 7 all’interno: è usato principalmente nella produzione di policarbonati e resine, spesso alla base di prodotti di uso quotidiano come contenitori per alimenti, giocattoli, bottiglie, prodotti dentali, dispositivi elettronici, cd e attrezzature mediche.

Ma il bisfenolo A viene impiegato anche nella produzione di lattine per alimenti e della carta termica, quella di etichette e scontrini fiscali che maneggiamo tutti i giorni.

Il risultato è una elevata presenza di bisfenolo A nell’ambiente, a causa della sua massiccia produzione e del consumo giornaliero.
Ma non solo: la molecola di BPA è un legame abbastanza instabile, un composto poco volatile ma moderatamente solubile in acqua (120-300mg per litro di acqua a temperatura ambiente).

Nella pratica significa che il BPA è poco diffuso nell’atmosfera, dove viene rapidamente ossidato e degradato. Però non accade lo stesso nel suolo: il BPA si accumula nel terreno, dove avvengono anche fenomeni di interazione soprattutto in terreni ricchi di ferro, cadmio e piombo.

Anche se molti studi hanno sottolineato come il BPA disperso nell’ambiente (acqua e suolo) sia biodegradato da una grande varietà di ceppi batterici, e in tempi che vanno dai 12 ai 20 giorni la sua pericolosità è alta. Primo, perchè questo processo origina anche sottoprodotti di degradazione, chiamati BDPs, con tossicità inferiore, ma comunque presente.

Secondo, perchè il BPA ha una grandissima diffusione ed è onnipresente nell’ambiente a causa del rilascio continuo. Ciò avviene non soltanto durante la sua produzione, ma soprattutto nella dispersione dei rifiuti plastici, un tema che si è (finalmente) imposto all’attenzione di tutti.

I rischi del bisfenolo-A sulla nostra salute

Le ricerche non lasciano dubbi: il bisfenolo A è caratterizzato da una tossicità acuta e lo studio dei suoi effetti tossici, cancerogeni ed estrogenici si è intensificato negli ultimi anni, visto l’aumento della sua diffusione.

Il BPA è stato identificato come interferente endocrino, e disturba le funzioni del nostro sistema endocrino comportandosi per alcuni aspetti in modo simile a un estrogeno naturale, il 17-β-estradiolo.

Quali sono gli effetti? Il BPA è la causa di un aumento delle problematiche legate alla riproduzione, tra cui l’alterazione del ciclo ormonale. Questo provoca degli effetti devastanti nella popolazione femminile, ma anche negli uomini, perchè il BPA risulta in grado di interferire anche col normale comportamento dei caratteri androgini che sono essenziali per un corretto sviluppo degli individui maschili e dei loro apparati riproduttivi, abbassando il livello di testosterone.

Il BPA inoltre ha effetti mutageni (può danneggiare il DNA) e cancerogeni: in una ricerca del 2013 si è dimostrato che anche a basse dosi altera lo sviluppo delle ghiandole mammarie e aumenta l’incidenza dei tumori al seno. Altri studi hanno dimostrato come il BPA promuova la proliferazione di cellule cancerogene alla prostata, alle ovaie e al colon.

Ma non è tutto. Altri studi hanno dimostrato che il BPA, causando uno squilibrio del sistema endocrino, può favorire lo sviluppo dell’obesità e può contribuire all’insorgenza di malattie cardiache e di diabete, e ha effetti negativi sul fegato e sulla sua funzione mitocondriale anche a basse concentrazioni.

La commissione Europea ha condotto una valutazione dei rischi del BPA sia nel 2003 che nel 2008, entrambe hanno concluso che, agli attuali livelli di esposizione, il BPA è sicuro per l’uomo e l’ambiente (Plastics Europe, 2012). L’autorità europea per la sicurezza alimentare ha condotto ampie valutazioni di rischio per l’uso del BPA, concludendo che l’uso della sostanza negli imballaggi alimentari non presenta rischi per la salute. Diversi paesi europei però, insoddisfatti per la mancanza di rigore e controllo nelle tecniche di valutazione di questa ricerca, hanno attuato misure per vietare il BPA in alcuni prodotti per bambini. La Francia ha sospeso la vendita di biberon contenenti BPA nel 2010, e successivamente nello stesso anno, anche l’UE ha vietato la presenza del BPA nei biberon.

Studi e ricerche sono ancora in corso, ma se vogliamo proteggere la nostra salute e quella della nostra famiglia, iniziamo a evitare il più possibile l’esposizione al BPA.

plastica e BPA

Come evitare il BPA

Secondo diversi studi pubblicati da Environmental Health Perspectives, la causa principale di esposizione al BPA è il cibo.

Questo perchè il bisfenolo-A contenuto in policarbonati e in vernici che ricoprono contenitori e lattine migra dagli imballaggi di plastica agli alimenti di cui ci nutriamo.

Una ricerca pubblicata da Environmental Health Perspectives ha messo in luce questa correlazione tra esposizione al BPA e cibi preconfezionati. 20 partecipanti, provenienti da 5 famiglie hanno seguito una dieta basata su alimenti freschi, non confezionati in contenitori di plastica e di latta. In soli 3 giorni i livelli di BPA nelle urine si sono ridotti di oltre il 60%. Con il ritorno ad una dieta basata su cibi confezionati, i livelli di BPA sono tornati alle quantità precedenti.

Perciò, per ridurre il livello di esposizione al BPA evita il più possibile:
– alimenti confezionati in plastica, soprattutto alimenti pronti che possono essere scaldati in forno a microonde. Il calore infatti aumenta la possibilità che il BPA migri all’interno del cibo;
– acqua e bevande in bottiglie di plastica
– bevande gassate in lattina (compresa birra)
– alimenti in lattina (come legumi lessati, salse e pelati, etc).

Gli alimenti conservati in lattine sono particolarmente esposti al BPA, rilasciato dalle vernici che ricoprono i contenitori. Queste vernici hanno la funzione di proteggere il metallo dalla corrosione e il cibo dalla contaminazione durante le fasi di sterilizzazione e stoccaggio, e sono fatte da resine il cui principale componente è il BPA. Se ti capita di consumare legumi già lessati o pelati – che sono generalmente conservati in lattina – preferisci i contenitori in vetro, o scegli prodotti che abbiano la dicitura “BPA free”.

Per quanto riguarda l’acqua conservata in bottiglie di plastica, alcuni studi non reputano sicure nemmeno le confezioni con la dicitura “BPA-free”. Sono state rilevate concentrazioni significative in un range tra 0,07 e 4,21 μg/dm3 in acqua immagazzinata in bottiglie di policarbonato. E i valori possono aumentare in caso di bottiglie di plastica riutilizzate per più anni, e sottoposte ad un aumento di temperatura.

Avete presente le confezioni di bottiglie di plastica trasportate nei camion, o stoccate in magazzini non refrigerati se non addirittura fuori, al sole? L’aumento della temperatura favorisce una maggior migrazione del BPA in acqua a causa dell’aumento nell’idrolisi dei polimeri. Perciò… butta subito quella bottiglietta di plastica dimenticata in auto da chissà quanto tempo!

Altri modi molto comuni per entrare in contatto con il BPA sono scontrini e biglietti aerei, ferroviari e della metropolitana. Tutti oggetti composti da carta termica, ricoperta di BPA. Il momenti di maggior rilascio dei componenti tossici si ha nel momento successivo alla stampa, quando la carta è ancora tiepida. Già da qualche anno anche in Italia è in commercio un tipo di carta termica senza BPA, ma quanti in realtà la stanno utilizzando?

per approfondire:

un interessante studio del 2015 sulla diffusione ambientale del bisfenolo A: Global Assessment of Bisphenol A in the Environment

Piazza F, Zambotto M, (2014). Migrazione di Bisfenolo-A e Nonilfenolo da terreni contaminati a colture alimentari (tesi di laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il territorio del Politecnico di Milano)

Soto A, Briksen C, Schaeberle C, & Sonnenschein C (2013). Does cancer start in the womb? Altered mammary glanddevelopment and predisposition to breast cancer due to inutero exposure to endocrine disruptors. J. Mammary GlandBio. Neoplasia, 199-208.

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Filed Under: green life Tagged With: ecologia, inquinamento, meno plastica, sostenibilità

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Cristina Mauri - GREEN FOOD 🌱
Lasagne di verdure! Sono uno dei miei jolly quando Lasagne di verdure! Sono uno dei miei jolly quando ho ospiti - anche perché sono buonissime e si possono preparare il giorno prima.

È una delle oltre 80 ricette veg e sostenibili per tutta la famiglia che puoi trovare nel mio libro Semplicemente Green per @red_edizioni . Giusto un anno fa avevo appena consegnato tutti i definitivi e brindavo a questo sogno realizzato!

Cosa serve:
- sfoglia per lasagne (senza uova, la trovi tra la pasta secca)
- verdure di stagione a piacere: carote, peperoni, zucchine, cipollotto, porro, fagiolini, piselli (surgelati vanno benone)
- 1 l di latte di soia non zuccherato
- 50 g olio extravergine
- 75 g farina
- sale, pepe, noce moscata
Taglia le verdure a cubetti e falle saltare in padella con 2 cucchiai di olio extravergine.
Per la besciamella, metodo facilissimo anche se non proprio tradizionale: versa latte di soia, farina, olio, sale pepe e noce moscata nel frullatore e avvia. Poi trasferisci in una casseruola, porta a bollore e cuoci mescolando per circa 8/9 minuti.
Assembla la lasagna alternando pasta (verifica sulla confezione se va fatta cuocere prima), verdure e besciamella. Poi in forno a gratinare a 180º per 30 minuti.

📷 @blessedbrands.studio 
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#goodfoodlab #semplicementegreen #plantbased #cucinasostenibile
[in collaborazione con @meglioinvetro ] Cold brew [in collaborazione con @meglioinvetro ]

Cold brew tea, ovvero: tè freddo... a freddo. Perfetto per raffreddare una calda, caldissima domenica.

Servono solo
- 1 bustina di tè o 1 cucchiaino di tè in foglie sfuse
- ogni 250 ml di acqua

Versa il tè sul fondo di una bottiglia o di una caraffa. Aggiungi acqua fredda o a temperatura ambiente e lascia riposare per almeno un'ora. Copri e riponi in frigorifero per un tempo che varia tra le 6 e le 10 ore. Poi filtra il tè sfuso con un setaccio a maglie fini. Completa con fette di limone, lime o pesca, foglie di menta, dolcificante a piacere.

A differenza del tè fatto con acqua calda, il tè a estrazione fredda non ha i sapori tannici e amari che si trovano nel tè normale. Inoltre dura qualche giorno in più, per cui puoi tranquillamente conservarlo in frigorifero, nella bottiglia ben chiusa, per una settimana. 

Se ti piace, congelalo a cubetti, nelle vaschette del ghiaccio: in questo modo avrai del ghiaccio aromatizzato da aggiungere a un bel bicchiere d’acqua.

Su meglioinvetro.it trovi il mio articolo con tanti altri consigli per un cold brew tea delizioso.
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#goodfoodlab #semplicementegreen #plantbased #cucinasostenibile
[in collaborazione con @KenwoodClub ] Chi l’ha [in collaborazione con @KenwoodClub ] 
Chi l’ha detto che non si può fare una torta senza accendere il forno? Con Baker XL Lite di Kenwood ho preparato una cheesecake 100% vegetale, senza cottura e semplicissima: morbida e rinfrescante, con un sapore leggermente acidulo. 

Bisogna lasciarla riposare in frigo per almeno 8 ore (meglio tutta la notte) ma… vale la pena aspettare perché è incredibilmente buona!

Ecco la ricetta:
- 200 g di biscotti secchi vegani
- 75 g di burro di nocciole
- 50 ml di latte vegetale
- 400 g di formaggio spalmabile vegetale
- 400 g di panna da montare vegetale
- 50 g di zucchero a velo
- vaniglia in polvere
- 500 g di frutti di bosco
- un limone
- 2 cucchiai di zucchero
Schiaccia o frulla i biscotti non troppo finemente, versali in una ciotola insieme al burro di nocciole e mescola con un cucchiaio. Aggiungi un cucchiaio di latte vegetale alla volta, per formare un impasto umido. Trasferisci in uno stampo a cerniera foderato con un foglio di carta forno. Premi bene per creare una base solida, e riponi in frigo.

Versa la panna fredda nella ciotola della planetaria. Inizia a montala con la frusta a filo, poi aggiungi la vaniglia in polvere e lo zucchero a velo, un cucchiaio alla volta. Continua a sbattere fino ad ottenere una panna perfettamente montata.

Con la frusta K ammorbidisci il formaggio spalmabile, poi aggiungi la panna montata a bassa velocità, per non smontare il composto. Trasferiscilo poi sopra la base di biscotti schiacciati. Livella col dorso di un cucchiaio e lascia riposare in frigorifero, per un minimo di 8 ore.

Per la coulis, fai cuocere 250 g di frutti di bosco con 2 cucchiai di zucchero e il succo di un limone per 5 minuti, mescolando per farli sciogliere. Passa in un colino per ottenere uno sciroppo liscio e lascia raffreddare.
Completa la cheesecake con lo sciroppo e i frutti di bosco.

Completa la cheesecake con lo sciroppo e i frutti di bosco. Con il codice BAKERCM puoi avere Baker XL Lite con il 25% di sconto, trovi il link nelle storie in evidenza!

#goodfoodlab #IlMioKenwood #KenwoodItalia #plantbased #semplicementegreen
Questa ricetta è forse banale ma - hey, si vive a Questa ricetta è forse banale ma - hey, si vive anche di cose semplici, no? Si chiama pan tumaca (o pa amb tomàquet) ed è una delle tapas più famose della cucina catalana: una bruschetta con pomodoro maturo, olio extravergine d'oliva e sale.

Quello che la rende diversa dalle bruschette nostrane è il modo in cui viene preparata, strofinando il pomodoro sul pane arrostito nella sua versione più easy, o riducendolo in purea con una grattugia a fori grossi come ho fatto io.

Usa ingredienti di ottima qualità e vedrai: una volta assaggiato il pan tumaca vorrai rifarlo tutti i giorni - come tutte le proposte di #estatefreschi insieme a Alex @glicerinia Anna @lennesimoblog e Lidia @latteegrappa

Per 8 pan tumaca:
- pane a fette, anche leggermente raffermo - io ho usato un pane tipo baguette tagliato in 4 parti e poi a metà, ma va bene anche il pane casereccio
- 4 pomodori maturi
- olio extravergine d'oliva
- 1 spicchio di aglio
- sale fino, meglio se integrale o tipo fior di sale
- basilico fresco
Taglia i pomodori a metà e passali su una grattugia a fori larghi, dalla parte della polpa. Grattugia bene fino alla buccia. Condisci con sale e olio extravergine, mescola e lascia riposare in frigo.
Prima di servire, metti a scaldare le fette di pane per farle abbrustolire leggermente. Strofinale con uno spicchio di aglio, poi disponile su un piatto e condiscile con la polpa del pomodoro, spalmandola bene sulle fette.
Completa con altro olio extravergine, un pizzico di sale in superficie e foglie di basilico.

On air: Pa amb oli i sal di Blaumut
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#goodfoodlab #plantbased #semplicementegreen #pantumaca #cucinasostenibile
Variare l’alimentazione è un ottimo passo per l Variare l’alimentazione è un ottimo passo per la nostra salute, ma anche per quella del pianeta: ci avevi mai pensato?

Ti faccio l'esempio del miglio. È un cereale che in Italia viene consumato poco, ma in India e nell'Africa sub-Sahariana rappresenta una delle principali fonti di sostentamento per oltre 90 milioni di persone.

Perché oltre ad essere nutriente, è un cereale capace di adattarsi meglio di altri alle temperature estreme e alla carenza di acqua. E di fronte alla crisi climatica che stiamo vivendo, e alla difficoltà di coltivare i cereali su cui oggi si fonda la nostra alimentazione, il miglio potrebbe essere una delle risposte per garantire sicurezza alimentare alla popolazione mondiale.

Vuoi assaggiarlo? Provalo nelle mie nuggets di miglio e fagioli neri, ecco la ricetta:
- 120 g di miglio
- 100 g di fagioli neri
- 2 zucchine
- 20 g semi di chia
- 20 g semi di girasole
- 30 g pomodori secchi
- 60 g circa farina di ceci
- olio extravergine di oliva
- sale e pepe
La sera prima, metti a bagno i fagioli neri in abbondante acqua. Scolali, eliminando l'acqua di ammollo, e mettili a cuocere in acqua fredda non salata per 30-35 minuti, con un pezzetto di alga kombu se vuoi.
Una volta pronti, scola i fagioli ed elimina l'alga kombu.
Cuoci il miglio in abbondante acqua salata per 15 minuti circa. Scola e fai raffreddare.
Pulisci la zucchina: taglia la parte verde a cubetti e falli rosolare in padella con un filo di olio extravergine e un pizzico di sale. 
Taglia a pezzi la parte interna della zucchina, versala nel boccale del frullatore insieme al miglio e ai pomodori secchi, e frulla per ottenere una crema abbastanza omogenea. 
Con una forchetta, schiaccia metà dei fagioli neri e versali in una ciotola capiente. Aggiungi l'impasto di miglio e zucchine, i fagioli neri interi, i semi e la farina di ceci, e inizia a impastare con le mani. Aggiungi tanta farina di ceci quanta ne serve per ottenere un impasto compatto. Regola di sale.
Forma le polpette e falle rosolare in padella con poco olio extravergine, poi termina la cottura in forno a 180° per 10 minuti.
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#goodfoodlab #cucinasostenibile #plantbased #semplicementegreen
Oggi è il world overshoot day, il giorno che segn Oggi è il world overshoot day, il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. 

La data, che muta di anno in anno a seconda della rapidità con cui tali risorse vengono sfruttate, viene calcolata dal Global footprint network (Gfn), organizzazione internazionale che si occupa di contabilità ambientale calcolando l’impronta ecologica. E arriva sempre prima.

Stiamo consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno, cifra che - in base alle tendenze attuali - dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030.

Esistono tante soluzioni per spostare la data. Anche ciò che mangiamo è importante: l’80% delle estinzioni di specie e habitat a livello globale dipende dagli attuali sistemi alimentari.

Non possiamo riempire di nuovo il sacchetto di popcorn… Però possiamo imparare a consumarlo meno velocemente.

💡 grazie al mio prezioso amico @andrea.grieco per l’ispirazione: la sua metafora è perfetta per spiegare un concetto così astratto 
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#overshootday #sostenibilita #theresnoplanetb #cambiamentoclimatico
[in collaborazione con @sojasun_vegetalepositivo ] [in collaborazione con @sojasun_vegetalepositivo ] con queste temperature meglio stare lontano dai fornelli? Io preparo un bel gazpacho verde, con tutta la freschezza del cetriolo e la cremosità dell’avocado.

Questa è una di quelle ricette in cui mi piace anche aggiungere il tocco vellutato dello yogurt, e ho trovato l’alternativa vegetale perfetta: il Bifidus Bianco Naturale, senza zuccheri aggiunti e perciò perfetto anche per ricette salate. In più è ricco di calcio e fermenti lattici, e ha un alto valore proteico, quindi rende un po’ più completo questo piatto.

Ecco la ricetta:
- 2 cetrioli (circa 250 g)
- un avocado
- 1 peperoncino jalapeno
- 1 lime
- 150 g di Bifidus Bianco Naturale
- olio extravergine di oliva
- una manciata di spinacino
- erbe aromatiche: coriandolo, menta, aneto
- pane raffermo
- sale e pepe
Nel boccale del frullatore unisci i cetrioli lavati e tagliati a fettine (togli anche la buccia con un pelapatate se fai fatica a digerirli), e la polpa di avocado.
Condisci con il succo di lime, il peperoncino (dosa in base al tuo grado di piccantezza preferito) e un cucchiaio di olio extravergine di oliva, e frulla ad alta velocità per amalgamare gli ingredienti. Unisci poi il Bifidus Bianco Naturale, regola di sale e frulla ancora fino a ottenere una crema omogenea.
Servi il gazpacho con un filo di olio extravergine, un cucchiaio di Bifidus, qualche fettina di cetriolo, pepe nero, crostini di pane raffermo ed erbe aromatiche miste.

Oltre a Bifidus Bianco Naturale ci sono tantissimi gusti (dolci) tutti da scoprire!

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#goodfoodlab #piaceresojasun #plantbased #sojasunvegetalepositivo #sojasun
Le energie rinnovabili sono uno dei tasselli per r Le energie rinnovabili sono uno dei tasselli per rispondere alla crisi energetica e rendere più concreta la transizione ecologica. Ma come sostiene anche ANTER (Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili) serve prima di tutto una transizione culturale.

Nel nostro paese lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore elettrico nazionale ha avuto un rilevante impulso dal 2007 in seguito all’adozione delle politiche di riduzione delle emissioni di gas serra. 

Nel 2020 l'Italia ha superato l'obiettivo nazionale: i consumi finali da fonti rinnovabili si attestano al 20,4% dei consumi finali lordi (l'obiettivo era 17%). Ma serve di più: il nostro fabbisogno di energia è costantemente in crescita, ed è indispensabile agire per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. 

Le rinnovabili sono pulite e sicure. Puntare maggiormente su queste fonti - vento, energia solare, fiumi e maree, ma anche geotermico e biomassa - garantisce una enorme fornitura di energia, con quantità minime o addirittura nulle di gas a effetto serra. 

E significherebbe non solo ridurre le emissioni, ma anche spendere meno per le importazioni di carbone, petrolio e gas da paesi extraeuropei.

Nel nostro piccolo possiamo fare tanto: 
- riduciamo i consumi
- scegliamo fornitori di energia da fonti rinnovabili
- aumentiamo la consapevolezza e la cultura della tutela ambientale, anche e soprattutto tra le nuove generazioni.

A questo proposito, segnalo il progetto di ANTER per le scuole primaria e secondaria di primo grado "Il sole in classe", che contribuisce a diffondere la conoscenza e il corretto utilizzo delle energie rinnovabili.

In collaborazione con @anteritalia #ANTER #EnergiaPulita #IlSoleInClasse #energierinnovabili

Fonti:
ISPRA Rapporti 317/2020 e 363/2022
IEA Electricity Market Report - January 2022
Come ti pimpo le patate lesse: ecco una ricetta Ot Come ti pimpo le patate lesse: ecco una ricetta Ottolenghi inspired, molto semplificata ma comunque strepitosa, perfetta per accompagnare una grigliata estiva (ovviamente veg).

Ecco cosa serve:
- 1 kg di patate novelle piccole
- 50 g di yogurt vegetale non zuccherato
- 50 g di tahin
- 1 spicchio di aglio
- succo di limone
- prezzemolo e aneto freschi
- olio extravergine di oliva
- 30 g di pinoli
- 30 g di mandorle spellate
- 1 cucchiaino di paprika dolce
- un pizzico di peperoncino
Lessa le patate, scolale e lasciale intiepidire. 
Prepara la salsina: in una ciotola unisci lo yogurt e il tahin. Aggiungi l'aglio schiacciato, un cucchiaio di succo di limone, sale e mescola con una frusta, aggiungendo poca acqua alla volta per stemperare bene e ottenere una consistenza morbida e vellutata.
In una pentola antiaderente versa 5 cucchiai di olio extravergine. Fai scaldare e aggiungi i pinoli e le mandorle tritate grossolanamente. Tosta per qualche minuto, poi a fuoco spento aggiungi paprika e peperoncino. 
Se vuoi, puoi tagliare le patate a metà e scaldarle in forno oppure in airfryer per 5 minuti, per farle asciugare un po' e renderle più croccanti - a me piacciono di più così.
Versale in un piatto da portata, poi condiscile con abbondante salsina, la frutta a guscio tostata, un paio di cucchiai del suo olio, prezzemolo tritato, aneto e scorza di limone.
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#goodfoodlab #plantbased #cucinasostenibile
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