Leo ha da poco compiuto sette mesi, ed è arrivato anche per noi il momento del cosiddetto “svezzamento”, quella fase in cui il neonato abbandona il rassicurante calore del seno materno per conoscere il famigerato cucchiaino. Del gruppo di mamme incontrate al corso pre-parto e che ci accompagnano ancora oggi, noi siamo gli ultimi ad andare incontro a questa rivoluzione: latte ce n’è, Leo gradisce molto, e non vede perché doversi staccare dall’abbraccio di mamma per andare a sedersi su un seggiolone e aspettare questi arnesi colorati colmi di una cosa molliccia e insapore chiamata pappa.
Sì, perché i dettami di pediatri & co. prevedono scrupolose preparazioni a base di brodini vegetali annacquati in cui sciogliere (senza grumi, miraccomando!) farine di cereali dall’insignificante gusto, che se non consumate entro pochi minuti, si trasformano in un blob compatto. E quella pappa, Leo, non la vuole. Agita le manine davanti a sé, spalanca gli occhi, e con la lingua riesce a spingere fuori quel poco che sono riuscita a cacciargli in bocca.
Arrendersi davanti al primo tentativo non è da me, ma si sa: metti una mamma inesperta, un bimbo cocciuto, un intero piatto di pappa da buttare, e tutto odora già di fallimento. Soprattutto se gli altri bebè che conosci non hanno di questi problemi, e bravi e diligenti, spazzolano sereni tutta la loro porzione. Sto iniziando a fare confronti, e ad uscirne carica di frustrazione. E oltretutto, senza sapere che fare: lasciarlo a digiuno o dargli comunque il latte? Riprovarci domani o aspettare qualche giorno? Gli occhi celesti di mio figlio mi fissano, ma non mi danno nessuna risposta, perciò decido di riprovarci.
E la storia si ripete. Un’altra vicenda di insipidi brodini, pallide pappette e una boccucca testardamente serrata di fronte al cucchiaino. E a nulla valgono i miei sforzi: più insisto, più Leo volge la testa dall’altra parte, ha già capito che esiste una via di fuga.
Lì, ho capito che stavo sbagliando. Non stavo dando da mangiare a mio figlio, ma lo stavo forzando. Non stavo seguendo il mio istinto, ma stavo eseguendo dei compiti scritti a macchina su un foglio fotocopiato.
Quello che preparavo a Leo non era buono, non era gustoso, non era invitante, e lui stava solo cercando il modo di comunicarmelo. La colpa non è mia, non è sua: è della pappa!
Nutrire un bambino è anche educare, ed è anche gratificare, e il mio compito sarebbe stato quello di offrire a Leo la possibilità di esplorare questo nuovo mondo, questa rivoluzione – sempre rispettando la graduale introduzione degli alimenti, ma senza tutte quelle regole che lo “svezzamento” tradizionale impone. Complice un bellissimo libro acquistato in Francia tempo fa, ho iniziato a comporre colorati e soffici puré di verdura. E… meraviglia! Leo ha finalmente spalancato la bocca e, piano piano, ha iniziato a mangiare.
Questa è la ricetta della sua prima pappa, finalmente la pappa di Leo.
Crema di zucca e patate
200 gr di zucca
1 patata di medie dimensioni, a pasta gialla
2 cucchiai di farina di mais e tapioca per bebè
1 cucchiaino di parmigiano grattugiato
1 cucchiaino di olio evo
Sbuccia la zucca e la patata, tagliale a pezzetti e fai cuocere in un pentolino con acqua sufficiente da coprire le verdure.
Dopo circa 10 minuti, scola le verdure conservando l’acqua in cui hanno cotto, e frullale aggiungendo un po’ di liquido in modo da ottenere una crema.
Preleva la dose necessaria, io ne peso circa 160-180 gr, e aggiungi la farina di mais e tapioca e il parmigiano. Mescola, aggiungi un po’ d’olio evo e servi.
La crema di verdure che avanza – oltre ad essere un’ottima cena per i grandi con l’aggiunta di un po’ di sale e pepe, o una cucchiaio di dukkah – può essere conservata in freezer per tre mesi.
4 risposte
Sono stata catturata dal tuo racconto.
Io sono mamma di Thomas, che ha 6 mesi, e sto vivrndo più o meno la stessa cosa: non vuole mangiare, non gli piace quello che gli preparo e sinceramente non piace nemmeno a me, forse lui lo sente e per questo non si fida. Continuo ad allattare… Ma con sto caldo! Una fatica.
Vorrei provare il tuo “metodo”. Non è stagione di zucca, da cosa credi posso iniziare? Grazie
Buongiorno Lara! L’introduzione all’alimentazione solida è un percorso graduale e non sempre facile… E credo ci sia anche un pizzico di fortuna: ci sono bimbi che mangiano subito e tutto, e bimbi un po’ più “gourmet”, diciamo (per prenderla un po’ simpaticamentr), che hanno bisogno di tempo per gustare questo passaggio. Sii paziente e fiduciosa, perchè sì, il tuo bimbo lo sente se tu sei ansiosa e preoccupata.
Io non ho un metodo, anzi! Ho solo preso spunto dallo svezzamento façon Oltralpe, e ho ascoltato tanto il mio istinto, e quello che Leo tentava di comunicarmi con i suoi comportamenti.
In questa stagione, io inizierei con una bella crema tiepida di patate e zucchine. Se invece vuoi provare la zucca, nei super bio della mia zona c’è già la zucca Delica, poco acquosa, compatta e buonissima!
In bocca al lupo, aspetto notizie
Ho appena scoperto questo spazio tramite il tuo account Instagram! Bellissima la parte dedicata allo svezzamento, mi interessa molto visto che tra un paio di settimane dovrò iniziare e non sono tanto convinta del metodo “tradizionale”. Vorrei fare autosvezzamento (blw) ma anche la tua proposta mi piace. Hai altre ricette?! Aspetto con ansia! Grazie Marta e little princess Emma