Hai mai pensato a quante cose si possono fare con una semplice mela? Immagina di avere davanti a te un bel cestino di mele fresche. Cosa ci faresti? Forse una torta, o magari una macedonia? E se ti dicessi che con le bucce di mela c’è chi fa… le scarpe?
Sembra incredibile, ma è realtà: IdEight è un brand italo-coreano che realizza meravigliose sneakers con scarti delle attività agricole o industriali, tra cui un innovativo materiale simile alla pelle, dal nome Uppeal. È ottenuto dagli scarti delle mele, come bucce e torsoli, sottoprodotti dell’industria alimentare. Il processo è sorprendentemente ingegnoso: questi scarti vengono prima essiccati e ridotti in polvere, poi mescolati con polimeri ecologici per creare un composto, che può includere poliuretani a base biologica. Il composto viene trasformato in fogli di materiale simile alla pelle attraverso un processo di laminazione e trattamento termico. Questo materiale può essere ulteriormente lavorato per ottenere diverse texture e finiture, rendendolo molto simile alla vera pelle in termini di aspetto e tatto.
Dong e Giuliana hanno fatto del design a basso impatto ambientale e con materiali innovativi ed ecosostenibili la loro missione. Ma pensaci un attimo: quanta materia prima possiamo risparmiare e quanti rifiuti possiamo evitare, semplicemente riutilizzando ciò che consideriamo scarto!
L’Italia all’avanguardia nell’economia circolare
Forse non lo sai, ma l’Italia è ai primi posti tra le grandi economie dell’Unione Europea per economia circolare e riciclo, e lo è per il terzo anno consecutivo. Il tasso di riciclo ha raggiunto il 71,7%, ben al di sopra della media europea del 64%. Inoltre, il riciclo totale, che include rifiuti industriali e urbani, ha toccato l’87,1%, superando ancora una volta la media UE dell’81,3%. Questi risultati riflettono l’impegno del Paese nella gestione sostenibile dei materiali, contribuendo significativamente alla riduzione dell’impatto ambientale.
Un altro indicatore importante è la produttività delle risorse: nel 2022, l’Italia ha generato 3,7 euro di PIL per ogni chilogrammo di risorse utilizzate, un valore che supera di gran lunga la media europea di 2,5 euro/kg. Questo dato evidenzia l’efficienza con cui si utilizzano le risorse, dimostrando che l’economia circolare non solo riduce i rifiuti, ma può anche essere un motore di crescita economica.
L’economia circolare non è solo una scelta sostenibile, ma è anche una risorsa economica enorme. In Italia, offre lavoro a oltre 500 mila persone e contribuisce con 3,5 miliardi di euro al PIL nazionale. La filiera globale del riciclo, nel suo complesso, vale oltre 70 miliardi di euro di fatturato.
Scarti che diventano risorse preziose
Ma non finisce qui. In Italia ci sono molte realtà innovative che stanno facendo la differenza in diversi settori. Un esempio straordinario è Orange Fiber, che trasforma gli scarti della produzione di succhi d’arancia in tessuti di alta qualità utilizzati dai brand di moda.
L’idea alla base di Orange Fiber è nata dal desiderio di valorizzare ciò che rimane dopo la spremitura industriale delle arance per la produzione di succo, un materiale che viene generalmente considerato uno scarto e che comporta costi significativi sia per le aziende che per l’ambiente. Dopo una spremuta, lo scarto di un’arancia corrisponde a 40/60% del suo peso, ma grazie a ricerche innovative condotte in collaborazione con il Politecnico di Milano, è stato possibile sviluppare e brevettare un processo che trasforma questo sottoprodotto in una risorsa preziosa.
Il processo di produzione inizia con l’estrazione della cellulosa dalla polpa d’arancia presso l’impianto pilota di Orange Fiber in Sicilia. La cellulosa viene poi filata in collaborazione con un’azienda spagnola leader del settore, mentre la fase finale di tessitura avviene in partnership con un’azienda comasca. La costruzione di questa filiera produttiva non è stata semplice, poiché in Italia non esistevano più impianti capaci di trasformare la cellulosa in fibra tessile, rendendo necessaria la creazione quasi da zero di un’intera catena produttiva. Ma oggi Orange Fiber è un grande successo, tanto che è stata scelta anche da stilisti come Ferragamo, e negli ultimi anni ha ricevuto numerosi premi.
Guarda il mio intervento a Camper, su Rai1, a tema “scarti diventano risorse“
Da scarto a risorsa nel settore beauty
Il settore della cosmesi sta abbracciando sempre più i principi dell’economia circolare, e in Italia emergono esempi innovativi di come gli scarti agricoli possano essere trasformati in ingredienti di alta qualità per la cura della pelle. Barò Cosmetics, un’azienda situata nelle prestigiose colline del Barolo, utilizza i vinaccioli, sottoprodotti della vinificazione, per estrarre polifenoli. Questi composti naturali, conosciuti per le loro potenti proprietà antiossidanti, aiutano a proteggere la pelle dai danni causati dai radicali liberi e a contrastare l’invecchiamento cutaneo. L’utilizzo dei vinaccioli non solo contribuisce a ridurre gli sprechi nella produzione vinicola, ma valorizza un materiale che altrimenti sarebbe destinato allo smaltimento.
Barò Cosmetics non è l’unico esempio. Naste Beauty è un’azienda italiana che si distingue per il suo approccio innovativo nell’utilizzo di scarti di frutta e verdura per creare ingredienti naturali e sostenibili per prodotti skincare. Naste Beauty recupera rifiuti alimentari come bucce, torsoli e altre parti non utilizzate della frutta e della verdura per estrarre principi attivi utili nella formulazione di cosmetici. Questo modello di produzione non solo promuove la sostenibilità, ma risponde anche a una crescente domanda di cosmetici naturali e rispettosi dell’ambiente.
L’approccio adottato da aziende come Barò Cosmetics e Naste Beauty riflette una tendenza globale verso la sostenibilità nel settore della bellezza, un mercato che si stima raggiungerà un valore di 54 miliardi di dollari entro il 2027. Questa evoluzione è alimentata sia dalla crescente consapevolezza dei consumatori riguardo all’impatto ambientale dei prodotti che utilizzano, sia dall’innovazione tecnologica che rende possibile la trasformazione degli scarti in risorse preziose.
Economia circolare anche nel food
L’economia circolare sta prendendo piede anche nel settore alimentare, con iniziative che mirano a ridurre gli sprechi e a valorizzare gli scarti in modo innovativo e sostenibile. Un esempio notevole è quello di Biova Project, un birrificio artigianale italiano che ha rivoluzionato il mondo della birra utilizzando il pane invenduto come materia prima. Ogni giorno, tonnellate di pane raffermo vengono gettate via, rappresentando una perdita significativa di risorse. Biova recupera questo pane dai panifici, lo essicca e lo macina, sostituendo parzialmente i cereali tradizionalmente usati nella produzione della birra. Il risultato è una birra di alta qualità, che non solo riduce lo spreco alimentare ma crea anche un prodotto innovativo e gustoso.
Un’altra iniziativa che si inserisce in questo contesto è quella di Bella Dentro, un’azienda che combatte lo spreco di frutta e verdura imperfette, spesso scartate dai supermercati per motivi estetici. Bella Dentro raccoglie questi prodotti “brutti ma buoni” e li trasforma in succhi, marmellate e snack, valorizzando il cibo che altrimenti finirebbe nelle discariche.
Questi esempi dimostrano come l’economia circolare nel settore food possa non solo contribuire alla riduzione degli sprechi, ma anche creare nuovi prodotti di valore, promuovendo un modello di consumo più sostenibile e responsabile.