L’estate è esplosa ovunque, e per moltissime famiglie italiane estate significa vacanze – al mare o in montagna – e tanto, tanto sole. E dovrebbe significare, soprattutto, protezione.
Durante il nostro weekend al mare, a inizio giugno, ho avuto modo di osservare moltissimi comportamenti – la maggior parte sbagliati – che riguardano l’esposizione al sole, in particolar modo dei bambini. Così ho deciso di scrivere questo post “a più mani”, chiedendo aiuto a un carissimo amico e stimatissimo medico, il dottor Alberto Caniatti, con cui avevo già avuto modo di chiacchierare a proposito di sole e creme solari qualche anno fa quando è nato Leo, e che mi ha messo a disposizione diversi testi di valore scientifico con cui documentarmi. Grazie Alberto per il tuo sempre prezioso contributo.
Non sono mai stata una patita dell’abbronzatura. Certo, un po’ di colore piace a tutti, ma avendo una carnagione abbastanza chiara ho sempre preferito un’abbronzatura graduale e non troppo scura. Da ragazza mi son presa anche qualche bella scottatura, ma piano piano ho imparato a conoscere la mia pelle e i modi per proteggerla, e quando per lavoro ci siamo trasferiti temporaneamente ai Caraibi, la mia attenzione è naturalmente aumentata.
Poi è nato Leo. Biondissimo, occhi azzurri e carnagione molto chiara: fototipo 1, perciò mi sono posta subito la domanda su come comportarmi durante la sua prima vacanza al mare. Queste sono le risposte che negli anni ho raccolto, e che mi hanno portato a modificare di parecchio le mie abitudini sotto il sole.
Il sole: fa bene o male?
Innanzitutto, bisogna sfatare il mito secondo cui il sole faccia bene alla nostra pelle. Non è così: i rischi dell’esposizione ai raggi solari sono molto superiori rispetto ai benefici. Il sole aumenta il rischio di sviluppare tumori e contribuisce all’invecchiamento precoce della pelle.
L’abbronzatura, dopotutto, non è altro che un meccanismo di difesa, con cui la pelle produce melanina, un pigmento che ci protegge dai raggi ultravioletti (UV) responsabile del colore scuro. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento e la pelle si scurisce per assorbire i raggi UV e diminuirne l’impatto.
Nonostante l’effetto protettivo dell’abbronzatura, una parte dei raggi UV riescono a penetrare e raggiungere il derma: possono corrompere il DNA della pelle, e deteriorare elastina e collagene (le due proteine che danno alla pelle la sua elasticità), provocando un precoce invecchiamento.
L’eccessiva e cattiva esposizione ai raggi UV è uno dei principali fattori di rischio per alcuni tumori della pelle (generalmente superficiali), soprattutto in caso di scottature avvenute durante l’infanzia. È vero anche che la luce solare permette al nostro corpo di sintetizzare la vitamina D, che ci tutela invece da altre forme tumorali. Per assicurarsi la l’esatto fabbisogno di vitamina D, pare che bastino solo 20 minuti al giorno di esposizione alla luce diurna delle aree scoperte come mani e viso.
Se vuoi saperne di più, puoi leggere un articolo molto completo della rivista Focus sui rischi dell’esposizione al sole.
Le creme solari
Si è sempre ritenuto che la crema solare potesse essere la soluzione per esporsi al sole senza altre preoccupazioni. In realtà, la maggior parte dei prodotti in commercio – specialmente le creme economiche vendute al supermercato – sono dannose per la nostra pelle e contengono sostanze cancerogene o che si suppongono tali.
Le creme solari contengono dei filtri, cioè sostanze in grado di bloccare o attenuare i raggi UV. Proteggono bene contro i raggi UVB, responsabili delle scottature, ma poco contro i raggi UVA, i più pericolosi.
Recentemente, l’utilità della crema solare è stata messa in dubbio, e sono emersi i rischi correlati: dermatiti, invecchiamento cutaneo, assorbimento dei filtri con effetti collaterali sull’intero organismo (possono causare tumori, non solo della pelle, ed interferire con l’attività degli estrogeni).
Un passo indietro: filtri chimici, filtri minerali e altre sostanze
I filtri contenuti nelle creme solari si dividono essenzialmente in due tipologie, in base al loro meccanismo d’azione filtri chimici e filtri fisici (ossidi di minerali), molecole fotosensibili che se irradiate dai raggi UV ne assorbono parzialmente l’energia. Molte di queste molecole, però, una volta colpite dai raggi UV producono radicali liberi, entità molecolari particolarmente reattive e instabili, prodotti di scarto che si formano all’interno delle cellule provocando gravi danni ossidativi: in poche parole, danneggiano in modo irreversibile le strutture delle cellule, DNA compreso.
L’unità di misura usata per definire la potenza di una crema solare è il fattore di protezione solare (SPF). Una crema a SPF 20 protegge contro il 90% dei raggi UVB, una crema a SPF 50 protegge contro il 95% dei raggi UVB: c’è così poca differenza che non vale la pena di utilizzare creme con fattore di protezione alto, perchè significa che contengono una maggiore quantità di filtri chimici.
I filtri chimici, naturalmente, sono instabili e dannosi. Pericolosi.
Sono anche detti assorbenti perchè riescono ad assorbire le radiazioni mediante reazioni chimiche che avvengono sulla nostra epidermide, e le restituiscono in parte sotto forma di calore. Alcuni di questi filtri sono cancerogeni, altri sono responsabili di danni al sistema endocrino, squilibrando i nostri ormoni.
I filtri chimici sono anche inquinanti, perchè sebbene i filtri solari siano classificati come nocivi per l’ambiente marino e nonostante sia vietato scaricare in mare sostanze inquinanti per l’ecosistema acquatico, questo accade ogni volta che andiamo a fare il bagno in mare dopo aver applicato una crema solare, quando notiamo quella chiazza oleosa che si disperde nell’acqua.
I filtri fisici, invece, agiscono in modo meccanico, perchè contengono sostanze opache che riflettono e respingono i raggi solari. I filtri fisici più usati sono titanium dioxide e zinc oxide. Se il primo viene considerato sicuro, sul secondo ci sono ancora studi in corso riguardo la forma nano, usata dalle aziende perchè l’ossido di zinco tende a lasciare una poco estetica patina bianca sulla pelle: molti disciplinari eco-bio, tra cui anche ICEA, lo considerano un filtro sicuro anche nella sua forma in nano particelle.
Come proteggere i bambini al sole
Nel portale della salute della Comunità europea è raccomandato di non usare creme solari sui bambini fino ai 4 anni di età.
Se ci fai caso – io l’ho verificato di persona – su alcune confezioni di crema solare compaiono le icone della Comunità Europea che suggeriscono di non esporre il bambino al sole diretto e di usare maglietta, cappello ed occhiali come protezione contro raggi UV.
Per i bambini di età superiore ai 5 anni sono sufficienti creme a media protezione, unite a tempi di esposizione limitati e in fasce orarie ritenute non dannose.
È comunque necessario, in ogni caso, seguire sempre delle semplici regole:
– evitare di esporre i bambini al sole durante le ore più calde, tra le 11 e le 16, quando l’irraggiamento (e la pericolosità) dei raggi UVB è più forte
– se si usa la crema solare, scegliere un prodotto con filtri fisici e di media protezione (20-30 SPF)
– coprire i bambini con maglietta, cappellino e lenti scure durante l’esposizione al sole
– proteggersi dal sole anche sotto l’ombrellone e mentre si fa il bagno: il 95% dei raggi UV penetra anche nell’acqua, mentre sotto l’ombrellone a causa del riverbero si ricevono più del 50% di tutti i raggi ultravioletti
– applicare la crema 15-20 minuti prima dell’esposizione al sole e riapplicarla ogni 2 ore
– non utilizzare residui di vecchie creme solari perchè i filtri, soprattutto quelli chimici, si degradano facilmente.
Il vademecum delle sostanze da evitare
Già da tempo ho maturato un crescente interesse per la eco-cosmesi e per i prodotti naturali e biologici, materia in cui io non sono particolarmente competente, ma per cui mi affido alla mia amica Luisa, laureata in Tecniche Erboristiche e Farmacia, e proprietaria del sito www.greenmama.it.
Insieme a lei – e con il suo fondamentale contributo per districarmi tra sigle e nomenclature impronunciabili – abbiamo creato un Vadem-ECO da portare sempre con te per aiutarti a scegliere i prodotti migliori per la salute tua e dei tuoi bambini: scaricalo, stampalo, segui le istruzioni e tienilo nel portafoglio, o in una tasca della tua borsa, e usalo per verificare se nelle creme che stai per acquistare sono contenuti i filtri solari chimici più usati e le sostanze più comuni e pericolose.

La nostra scelta, per quest’estate, è stata quella di acquistare delle creme solari a filtri minerali di un’azienda ecobio italiana, La Saponaria (se vuoi dare un’occhiata, trovi una selezione di ottimi solari sul sito di Luisa) e ci siamo premuniti di magliette con schermo solare per stare in spiaggia e fare il bagno, occhiali da sole e cappellini e bandane.
A fine estate saremo magari “meno neri” ma senza dubbio più sani!
Per approfondire:
Guarda insieme ai tuoi bambini i video del Cancer Council Australia, una campagna lanciata nel 1981 per mostrare quali sono i comportamenti da tenere sotto al sole per prevenire tumori alla pelle.
Vuoi conoscere il tuo fototipo? Puoi fare un breve test sul sito del Ministero della Salute http://www.lamiapelle.salute.gov.it/portale/lamiapelle/pageTestFototipo.jsp?lingua=italiano#test
Sul sito di Humanitas Salute, leggi l’intervista al professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e Docente di Dermatologia all’Università di Milano.
Sul sito di DermaClub, libera associazione di dermatologi, trovi due preziosissimi articoli che spiegano cosa sono le lozioni solari ed i motivi per non utilizzarle.
Grazie Cristina.per le preziose informazioni ❤
Articolo davvero esaustivo, grazie Cri.